Dente che si muove: da cosa è causato e come comportarsi.

Un dente che si muove rappresenta un problema per la salute della bocca e del corpo, oltre ad essere fonte di apprensione, poiché sappiamo che il dondolio del dente può essere il preludio alla caduta. Tante possono essere le cause per cui il dente si muove, ma è importante sapere che se ci si rivolge in tempo ad un dentista, è ancora possibile salvarlo.


Perché i denti si muovono?

I denti si muovono a causa di molteplici condizioni, le principali delle quali sono: di natura infiammatoria, carie trascurate o usura, ma anche malocclusione dentale (il disallineamento tra le due arcate dentali che può portare a squilibri di carico tra i denti, e quindi alla mobilità) e bruxismo (condizione per cui i denti delle due arcate sfregano tra loro e danneggiano i denti). Anche le donne in gravidanza possono sentire i denti mobili: ciò è si deve prevalentemente a dei cambiamenti negli umori durante il periodo della gravidanza, che possono coinvolgere il tessuto gengivale. Tuttavia, in molti casi, il dente si muove a causa di problemi di natura infiammatoria che coinvolgono le gengive, o il parodonto.

Cos’è il parodonto?

Il tessuto parodontale, o parodonto (dal greco “intorno al dente”), è un’articolata struttura anatomica che circonda e mantiene i denti saldi nel cavo orale. Il parodonto è composto dalle gengive, dall’osso alveolare e dal cemento radicolare, “saldati” insieme da un complesso sistema di legamenti parodontali. Il tessuto parodontale serve a mantenere i denti saldi e ben connessi tra loro, e alle arcate dentali e mascellari. Oltre alla funzione di sostegno, il parodonto gioca un ruolo fondamentale nell’articolazione delle parole, o durante la masticazione del cibo: funge infatti da “ammortizzatore”, consentendo ai denti perfino un’impercettibile mobilità naturale per assecondare la masticazione. Tuttavia, se il dente si muove in modo percepibile, non è un buon segnale, poiché potrebbe trattarsi di un danno all’osso dei denti, o un’infiammazione gengivale o parodontale ad uno stadio piuttosto avanzato.

La parodontite: possibili cause e conseguenze

La parodontite è un’infiammazione al tessuto parodontale: il più delle volte ha origine batterica, ma può anche essere ereditaria. Non è particolarmente dolorosa e per questo passa spesso inosservata: i sintomi variano a seconda della gravità, intensità e rapidità con cui colpisce. Tra i più comuni si notano le gengive che si ritirano gradualmente, con formazione di tasche e ascessi (perciò la malattia è anche chiamata “piorrea”); alitosi dovuta all’alterazione degli equilibri della flora orale, carie frequenti e denti neri. Man mano che l’infezione avanza i denti si muovono in maniera più evidente e, se non adeguatamente curata, la malattia porta alla perdita dell’osso alveolare e la conseguente caduta dei denti.

La malattia parodontale potrebbe essere dovuta a una o più cause, tra cui ci sono:

  • Cattiva igiene orale
  • L’azione della placca e del tartaro, che infiamma le gengive
  • Una gengivite non curata, che può estendersi ai tessuti parodontali
  • Malnutrizione o cattiva alimentazione
  • Uso prolungato di alcol, tabacco e stupefacenti
  • Condizioni cliniche pregresse come diabete, neoplasie, ma anche leucemia o tubercolosi
  • Fattori ereditari

La parodontite è un problema piuttosto diffuso, si calcola che il 15% delle persone ne soffra, e 1 persona su 2 è interessata dall’infiammazione al periodonto in qualche forma. Questa malattia, se non viene trattata per tempo, può causare importanti conseguenze estetiche, oltre a problemi alla comunicazione e all’articolazione delle parole, alla masticazione e all’alimentazione. Inoltre, un’infezione non curata potrebbe estendersi a coinvolgere altre aree del corpo. Per questo, qualsiasi segnale negativo notiamo in bocca dovrebbe spingerci a parlarne con il dentista.

Quando rivolgersi a un dentista? Cosa può fare lo specialista?

Se si nota un dente mobile non bisogna farsi prendere dal panico: bisogna invece ricorrere al più presto a un dentista, che può stabilire la natura del problema e intervenire per porre un rimedio adatto. Prima di qualsiasi trattamento, l’esperto analizza le cause dei denti mobili, per intervenire sull’origine del disagio, perché un problema risolto sommariamente si ripresenterà in maniera più intensa in futuro.
Particolarmente importante è il supporto di un parodontologo quando si soffre di un’infiammazione alle gengive o al parodonto. In molti casi lo specialista potrà prescrivere una cura di antibiotici per combattere le infezioni, ma anche per casi più avanzati ha a disposizione tecnologie e conoscenze per pianificare il giusto trattamento in base al caso. Ad esempio, può intervenire effettuando una pulizia accurata da placca e tartaro, e nei casi più importanti, ricorrere a tecniche come il curettage per una pulizia più approfondita e la levigatura radicolare. Se il dente si muove, il dottore può valutare una varietà di cure conservative più o meno invasive: tra le più comuni lo “splittaggio”, per legare i denti tra loro e dargli stabilità, ma anche le mascherine o le placche rimovibili, alternative diffuse perché offrono il vantaggio di essere invisibili e possono essere indossate in determinate fasce orarie della giornata (ad esempio la notte). Insomma, se si agisce in tempo, è raro che l’odontoiatra debba intervenire chirurgicamente.

Quando rivolgersi a un dentista? Cosa può fare lo specialista?

Se si nota un dente mobile non bisogna farsi prendere dal panico: bisogna invece ricorrere al più presto a un dentista, che può stabilire la natura del problema e intervenire per porre un rimedio adatto. Prima di qualsiasi trattamento, l’esperto analizza le cause dei denti mobili, per intervenire sull’origine del disagio, perché un problema risolto sommariamente si ripresenterà in maniera più intensa in futuro.
Particolarmente importante è il supporto di un parodontologo quando si soffre di un’infiammazione alle gengive o al parodonto. In molti casi lo specialista potrà prescrivere una cura di antibiotici per combattere le infezioni, ma anche per casi più avanzati ha a disposizione tecnologie e conoscenze per pianificare il giusto trattamento in base al caso. Ad esempio, può intervenire effettuando una pulizia accurata da placca e tartaro, e nei casi più importanti, ricorrere a tecniche come il curettage per una pulizia più approfondita e la levigatura radicolare. Se il dente si muove, il dottore può valutare una varietà di cure conservative più o meno invasive: tra le più comuni lo “splittaggio”, per legare i denti tra loro e dargli stabilità, ma anche le mascherine o le placche rimovibili, alternative diffuse perché offrono il vantaggio di essere invisibili e possono essere indossate in determinate fasce orarie della giornata (ad esempio la notte). Insomma, se si agisce in tempo, è raro che l’odontoiatra debba intervenire chirurgicamente.

Cosa si può fare per la prevenzione e la cura?

Buona parte della riuscita di qualsiasi cura dentale passa dal paziente stesso e dalle sue abitudini quotidiane. Ad esempio, una corretta igiene orale, una sana alimentazione e regolare esercizio fisico sono alla base di qualsiasi cura e prevenzione, ma a è anche importante evitare le cattive abitudini e mettere al al bando il fumo, gli alcolici e le altre sostanze che impattano sulla salute. Inoltre, non sottoporre a ulteriore pressione i denti che si muovono, né toccarli o urtarli. Senza perdere ulteriore tempo, anzi, il consiglio è quello di rivolgersi a un dentista nel più breve tempo possibile. Nel caso in cui il dente mobile dipenda dalla malattia al parodonto può essere utile avere il dentista di fiducia non lontano da casa, poiché potrebbe essere necessario tornarci per più occasioni.

Se noti che un tuo dente si muove, mettiti in contatto quanto prima con i professionisti di dentista.tv: i dentisti di fiducia, proprio vicino casa tua.

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