Paradontosi

La malattia parodontale è una condizione di natura infiammatoria che colpisce il parodonto, l’insieme di strutture che mantiene i denti uniti e saldi nella bocca. Se riconosciuta in tempo può essere trattata, ma se trascurata porta alla caduta dei denti. Come riconoscerla? Quali sono le cause? Esiste una cura? Ecco la risposta alle principali domande su questa condizione clinica.


Quali sono le cause?

I denti sono sostenuti nella bocca da un’articolata struttura anatomica chiamata parodonto, composta da gengive, legamento parodontale, cemento radicolare e osso alveolare. Il parodonto, come ogni mucosa, può infiammarsi: in questi casi si parla di malattia parodontale (o parodontite). La ragione per cui si infiamma il parodonto non è ancora del tutto chiara alla scienza, ma è certo che numerose concause possono contribuire all’insorgere della malattia. La principale pare essere una predisposizione ereditaria, ma concorrono al suo sviluppo una igiene orale carente, fumo e alcol, o altre condizioni patologiche preesistenti come il diabete, disturbi cardiovascolari o neoplasie.

Quali i sintomi? E le conseguenze?

La malattia parodontale si può manifestare in varie forme, più o meno aggressive, perciò in passato veniva classificata con diversi nomi (paradontosi nella forma necrotizzante e degenerativa, o parodontite se infiammatoria). Oggi la nomenclatura ufficiale accomuna le malattie parodontali classificandole per gradi di severità e rapidità di progressione. Molte volte il disturbo non si manifesta in modo doloroso e pertanto può passare inosservato, e farsi notare solo quando è già a uno stadio avanzato. I sintomi più comuni sono arrossamento e gonfiore gengivale, spesso accompagnati da sanguinamento, sensibilità dentale e alitosi. Nei casi più progrediti le gengive si ritirano e si distaccano dal dente, e ciò può portare a formazione di sacche con pus (perciò chiamata anche “piorrea”). In seguito i denti interessati iniziano a dondolare, causando difficoltà nella masticazione e disturbi alimentari associati, e negli stadi finali la malattia porta alla distruzione del parodonto e all’inesorabile caduta dei denti.

Si può curare?

La malattia del parodonto è molto diffusa nel mondo, si calcola che oltre 10 milioni di persone ne soffrano solo in Italia. Colpisce con maggior frequenza persone oltre 30 anni di età, anche se a volte le prime avvisaglie possono manifestarsi già da bambini. La terapia richiede un percorso non semplice e, benché a volte non sia possibile curarla definitivamente con le tecnologie odierne, è comunque possibile controllarla per limitarne gli effetti. Infatti, la moderna odontoiatria ha a disposizione varie tecniche per conservare i denti e difenderli più a lungo, ma è fondamentale rivolgersi a un dentista appena si notano i primi sintomi.

Quali sono i trattamenti?

La terapia parodontale viene valutata a seconda del caso e dello stato di avanzamento della malattia. Il parodontologo può intervenire con varie tecniche per pulire la bocca ed eliminare placca e tartaro, e in alcuni casi somministra una cura di antibiotici per alleviare l’infiammazione. Inoltre, può offrire strumenti e consigli utili per una corretta igiene della bocca, ma per la riuscita di ogni trattamento è importante che il paziente collabori e segua le indicazioni in modo costante e preciso. Se i metodi provati sono inefficaci, si può intervenire chirurgicamente per riparare o rigenerare l’osso, i tessuti o altre parti del parodonto danneggiate; rivolgiti al più vicino studio di dentista.tv.

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